Un sentiero che ti porterà con facilità in mezzo alla natura delle Alpi Apuane, tra sorgenti, canyon, grotte, curiosità geologiche, borghi e tanto altro…
PARTENZA E ARRIVO: Equi Terme/ Monzone (Fivizzano)
LUNGHEZZA: 4,66 km
DISLIVELLO: 186 m
DIFFICOLTA’: E
CARTOGRAFIA: Lunigiana Orientale, Geomedia 2018
Un facile sentiero escursionistico per scoprire la diversità ambientale, geologica e culturale dell’Alta Valle del Lucido. All’interno del Parco Regionale delle Alpi Apuane il filo conduttore è l’acqua che nel corso dei millenni ha scavato canyon, valli e carsismi e perfino antichi ghiacciai, ma sgorga anche intatta con notevoli proprietà termali e curative.
Scoprite le tappe di questa escursione circolare con partenza da Equi Terme o di Monzone, attraversando piccoli borghi medievali, rovine di antichi castelli, lavatoi, opifici e segherie, lungo il percorso troverete pannelli che vi illustreranno la storia di questo angolo di Lunigiana…
Le tappe del percorso
Il Ranno delle Apuane
Il Ranno delle Apuane è una specie rara e protetta, che vive esclusivamente sui terreni calcarei delle Alpi Apuane e qualche stazione isolata in Appennino. E’ perciò un endemismo, cioè una specie presente esclusivamente in un’area geografica relativamente limitata. Eccezionalmente nel Solco di Equi e nella Valle del Lucido scende fino a quote inferiori ai 300 m (in genere vegeta tra 800 e 1500 m slm).
Il calcare cavernoso
Nell’area tra Aiola e il Monte San Giorgio si trova il più ampio giacimento di calcare cavernoso della Val di Magra. Questa roccia carbonatica di colore grigiastro-giallognolo o grigio scuro è caratterizzata da piccole cavità vuote. Nelle rocce calcaree formatesi in mare nel Triassico erano presenti solfati insolubili, che per effetto del sollevamento si trasformarono in gesso il quale, essendo solubile, è stato disciolto dalle acque sotterranee, superficiali o di sergente, lasciando i caratteristici vacuoli presenti in questa roccia.
Il borgo di Aiola
Aiola si distingue per le eleganti architetture lavorate nel calcare cavernoso, reperibile in questa zona. A Canale, una delle tre borgate, è possibile ammirare un portale con lo stemma a sei palle dei Medici, a Fontana un antico lavatoio, mentre a Chiesa l’edificio religioso che conserva in facciata un bassorilievo in marmo raffigurante San Giorgio ed altre due lapidi all’interno provenienti dall’eremo, ormai rudere, sito sull’omonimo monte sopra il paese.
Il Castellaccio
Il Castellaccio fu realizzato in calcare cavernoso su uno sperone roccioso del monte S. Giorgio, da cui dominava l’intera valle e controllava la confluenza tra il Lucido di Vinca e quello di Equi. Citato come castrum dal 1029, fu probabilmente abbattuto alla fine del XV secolo per liberare il transito sull’unica strada allora esistente che collegava Aiola e Vinca. Nel XVIII secolo era già chiamato ‘Castellaccio’ e in stato di rudere.
Il Ponte di Santa Lucia
Il Ponte di Santa Lucia attraversa il fiume Lucido di Vinca, presso la sua confluenza col Lucido di Equi. Esso fu costruito in muratura nel 1743 e prese l’attuale nome per una maestà dedicata alla santa, qui costruita nel 1818. Questo ponte, che si trova lungo la Linea Gotica, fu teatro del cruento assassinio di Don Luigi Ianni, parroco di Vinca durante la II Guerra Mondiale, così come ricordato dalla lapide e dalla croce apposte sul ponte.
Le sorgenti dell’Acqua nera e Acqua salata a Monzone
Le sorgenti termo-minerali dell’Acqua nera e dell’Acqua salata sgorgano a pochi metri l’una dall’altra, la prima zampilla da una nicchia nel calcare cavernoso in sponda destra del torrente Lucido, mentre la seconda in riva sinistra. Le acque che si infiltrano nelle Apuane, raggiungono livelli profondi impermeabili per poi risalire lungo la frattura presente, durante il loro percorso sotterraneo incontrano gessi triassici e si arricchiscono in cloruro di sodio, che conferisce loro proprietà curative sull’apparato digerente e sono ritenute popolarmente diuretiche e capaci di abbassare la pressione.
Le rinomate Grotte di Equi sono state modellate in centinaia di migliaia di anni grazie all’azione dell’acqua che, penetrando nelle fessure del calcare, ha formato pozzi, gallerie, sale e laghi sotterranei di grande interesse e suggestione. Il fenomeno carsico inoltre ha originato molteplici forme: stalattiti dall’alto verso il basso, cannule perfettamente cilindriche del diametro di una goccia, vele o drappeggi, stalagmiti dal basso verso l’alto, colonne unendo una stalattite e una stalagmite ed enormi colate sulle superfici inclinate della grotta.
La Tecchia di Equi è un sito archeologico e paleontologico di rinomanza internazionale, composto da un vasto riparo sottoroccia e da una caverna che si addentra nel fianco della montagna. E’ nota soprattutto per il recupero di una grande quantità di ossa di animali tipici del clima temperato e freddo oggi estinti, in particolare di orso delle caverne (Ursus Spelaeus), ma gli scavi hanno riportato alla luce anche testimonianze di frequentazioni dell’Uomo di Neanderthal nel Paleolitico medio e dell’Homo Sapiens nell’Età del Rame e del Bronzo, fino all’epoca Medievale.
Le sorgenti carsiche
Lungo l’alveo del Torrente Fagli sgorgano due sorgenti carsiche le cui acque provengono dalle aree della Carcaraia e Val Serenaia-Orto di Donna. La Buca scaturisce nei pressi dell’ingresso delle Grotte ed è una risorgiva perenne che in occasione delle piene può fuoriuscire in modo spettacolare dall’attuale ingresso delle grotte. Poco più a monte sgorga la Barrila che rappresenta lo scolmatore superiore del sistema (troppo pieno), perciò in occasione di siccità prolungate si esaurisce.
Le Terme di Equi
L’acqua minerale naturale di Equi è un’acqua unica e straordinaria che conserva per tutto l’anno le proprietà terapeutiche di un’acqua termale marina e si arricchisce durante l’estate delle proprietà terapeutiche di un’acqua sulfurea. Lo stabilimento fu costruito dall’Ingegner Carlo Tonelli nel 1894 per l’utilizzo a scopi terapeutici delle acque di Equi che ancora oggi vantano uno straordinario potere curativo e rigenerante per l’apparato respiratorio, le affezioni cutanee e l’apparato locomotore.
I Bozzi di Equi
Le acque Termali di Equi scaturiscono naturalmente nel letto del torrente Catenelle, dove tradizionalmente ogni primavera gli abitanti allestiscono pozze, dette bozzetti, con i ciottoli raccolti in loco, cosicché in sponda destra scorrono le acque fresche del torrente Catenelle e in sponda sinistra quelle più calde delle acque termali. Questa zona è anche una particolare area umida fluviale, ricca di specie vegetali come cannucce di palude, pioppi, salici e ontani e animali come aironi e anatidi.
Il Solco di Equi
E’ uno stretto e profondo canyon naturale, che si è formato dal modellamento dovuto all’erosione effettuata dal torrente Catenelle sulla soprastante valle glaciale del Pizzo d’Uccello. Lungo la Valle del Solco si possono ammirare numerose particolarità geomorfologiche (geositi) tra cui la morena profonda di Valtredi o la parete Nord del Pizzo d’Uccello, ed endemismi botanici, autentiche rarità vegetali uniche in tutto il mondo, come la carnivora Pinguicola apuana. Inoltre sulle rupi circostanti è testimoniata da anni la nidificazione dell’aquila reale.
Il borgo di Equi Terme
l borgo di Equi Terme, arroccato alle falde settentrionali delle Alpi Apuane, deve probabilmente il suo nome al latino ‘aquae‘ per la presenza delle numerose sorgenti che qui scaturiscono. La zona era già frequentata in epoca preistorica, come risulta dai ritrovamenti della Tecchia, ed era nota fin dall’epoca romana per le straordinarie proprietà delle sue acque. La parte antica, caratterizzata da case in pietra, vicoli selciati ripidi e tortuosi e gallerie a volta, è dominata della chiesa di San Francesco e dal suo campanile. L’abitato moderno si è invece sviluppato a partire dagli inizi del ‘900 con l’apertura delle terme e la costruzione della ferrovia.