
Uno dei dolci più tipici della Lunigiana è sicuramente il buccellato, preparato dalle nonne per addolcire la colazione dei bambini che vanno a scuola o da assaporare in famiglia durante le feste più importanti, soprattutto nel periodo pasquale. Proprio in primavera le galline si risvegliano dal torpore invernale e intensificano la loro produzione di uova, che insieme alla farina, al burro, allo zucchero e al latte, conferiscono a questa ricetta il gusto autentico delle preparazioni casalinghe, quei sapori che ci fanno ritornare alla nostra infanzia…
Da non confondere con il buccellato lucchese né con la versione siciliana, è un dolce facile da preparare, che si presta bene anche alle innumerevoli personalizzazioni di chi aggiunge la scorza grattugiata di un limone o di un’arancia, chi lo arricchisce con una manciata di pinoli, chi lo rende ancora più soffice amalgamando fecola di patate o chi predilige gusti più decisi e lo aromatizza con un bicchierino di rhum o sambuca.
Molte sono le varianti regionali della ricetta, ma la forma convenzionalmente riconosciuta in tutta Italia è una sola: la ciambella! Conosciuto infatti anche come ciambellone, il nome di buccellato oltre ad essere più caratteristico, evoca le sue antiche origini romane, da “buccella” ovvero “boccone” …ed è proprio in un sol boccone che finirete la vostra fetta di dolce, magari inzuppato nel latte a colazione o accompagnato da un bicchiere di vino liquoroso alla fine di un pranzo festivo.