Camminando per i boschi della Lunigiana, oltre ad ammirare magnifici scorci sui castelli, sulle Alpi Apuane o sulle vette dell’Appennino, potrebbe capitare di trovare un vero e proprio tesoro di 5000 anni fa…

E’ quello che è successo al signor Paolo Pigorini di Carrara, originario di Pontremoli, che mentre stava salendo, in compagnia di suo padre, l’antica percorrenza acciottolata che, staccandosi dalla Francigena all’altezza della confluenza Magra-Verde (Pontremoli-San Lazzaro), sale a monte Galletto, il colle che sovrasta la SS. Annunziata, nota una gruppo di pietre ammucchiate da un contadino che sta arando un campo vicino al sentiero. Una in particolare attira la sua attenzione: ha la strana forma “a fungo”, quindi Paolo decide di portarla a casa per esaminarla meglio e ripulirla. Appena pulita da tutte le impurità si capisce che quella pietra non è come le altre e viene mostrata al direttore del Museo delle Statue Stele, Angelo Ghiretti, che lo ha riconosciuto come opera autentica dell’età del Rame, avvisando immediatamente il funzionario di zona della Soprintendenza dott.ssa Marta Colombo e il Sindaco di Pontremoli prof. Lucia Baracchini.

Ghiretti si è mostrato molto colpito dalla raffinatezza del volto, che presenta un volto femminile dei magnifici orecchini perfettamente conservati. Nel volto ad U si evidenziano gli occhi “a pastiglia”, come nella celebre testa della Verrucola o in quella ritrovata a Caprio superiore e recentemente inserita nelle collezioni del Museo grazie al sostegno del Rotary Club Lunigiana.

“Quello che invece non stupisce è il sito di ritrovamento – commenta il direttore Ghiretti nel comunicato stampa a cura del Museo e del Comune di Pontremoli- com’ebbe a suggerire Manfredo Giuliani in un suo illuminante studio del 1955 (Il Groppus de Tabernula sulla via di Montebardone e l’oratorio di S. Lazzaro di Pontremoli), all’imbocco della gola dell’Annunziata si trova l’attraversamento forzato per eccellenza della testata di valle, rammentando come molte altre stele provengano da analoghe posizioni, poste nelle vicinanze di guadi in cui si doveva per forza transitare (vedi Groppoli sul Geriòla, Talavorno sul Màngiola, Pontevecchio sul Bàrdine, Ponticello sul Càprio, Venelia IV sul Civìglia). Va però precisato che la pista antica non oltrepassava la gola (ciò avverrà frequentemente solo dopo la fondazione della SS. Annunziata nel XV secolo) ma risaliva il fianco Nord di monte Galletto per poi ridiscendere verso la bassa valle dopo aver intercettato sulla sella l’antica percorrenza proveniente da Arzengio. Proprio sulla sella di Monte Galletto dobbiamo immaginare esistesse, quasi cinquemila anni fa, un allineamento di statue-stele (di cui la nostra sarebbe un frammento caduto nel campo sottostante), situazione che ricorda molto da vicino il Santuario di Minucciano col suo valico, cerniera naturale tra Lunigiana e Garfagnana.”

La nostra terra non smette mai di stupirci e la sua storia millenaria continua ad emozionarci e regalare preziose testimonianze finora sconosciute ancora oggi!